Come nasce Archeoplastica

Il progetto

sensibilizzare per cambiare

Mi chiamo Enzo Suma e da oltre dieci anni lavoro come guida naturalistica ad Ostuni (Br). Sono il fondatore di MILLENARI DI PUGLIA una realtà dell’alto Salento impegnata nella fruizione, nella valorizzazione del territorio, nell’educazione ambientale e anche nel volontariato naturalistico. Dal 2018 siamo impegnati attivamente nella sensibilizzazione sul tema dell’inquinamento da plastica e organizziamo diverse giornate di raccolta collettiva durante la quale partecipano decine di persone. Io personalmente sono un accanito raccoglitore di plastiche spiaggiate. E’ proprio durante queste raccolte che ho avuto l’idea del progetto supportato dai tanti amici che mi hanno seguito in questi anni. Sfruttare i tantissimi rifiuti spiaggiati che hanno anche più di cinquant’anni per portare l’osservatore a riflettere da un’altra prospettiva sul problema inquinamento plastica nel mare. Un museo virtuale dove osservare una selezione di reperti arrivati dal mare, acquisendo varie informazioni, e tante mostre, fisiche, reali, dove poter vedere con i propri occhi ciò che il mare ci ha restituito. Archeoplastica prova anche a ricostruire e a raccontare le storie, a volte incredibili, che si celano dietro agli oggetti che, dopo un lungo viaggio, vengono raccolti in spiaggia.

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Il primo reperto

COM'E' NATA L'IDEA

L’idea è maturata quando ho trovato per la prima volta un rifiuto di fine anni ’60. Si trattava di una spuma spray abbronzante, con il retro ancora leggibile, che riportava il costo in lire. UN RIFIUTO DI OLTRE CINQUANT’ANNI FA! Quando pubblicai la foto sui social scoprii lo stupore della gente nel vedere un prodotto così vecchio, ancora in buono stato, tra i rifiuti in spiaggia. E da quel post scaturirono dai lettori tante riflessioni sul problema della plastica. Da quell’episodio ho iniziato a raccogliere sempre di più e a mettere da parte tutti quei rifiuti di un’età variabile dai trenta ai sessant’anni. Ho imparato sempre più a riconoscerli e fino ad ora ne ho conservati a centinaia. Ho ufficializzato il progetto nell’inverno del 2021, dopo aver messo da parte circa 200 reperti. Ad oggi ho perso il numero dei reperti, che è cresciuto notevolmente grazie anche alla grande community di Archeoplastica. Spesso non è semplice riuscire a datare un oggetto, ma grazie alle tante persone che seguono Archeoplastica sui social, riusciamo a volte a ricostruire la storia di oggetti restituiti dal mare apparentemente impossibili da decifrare.

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