Tra centinaia di reperti uno di quelli che mi ha tenuto sveglio diverse notti a cercare nel web un qualsiasi indizio è stato il gobbo. Un flacone a forma di un personaggio con la gobba, vestito in frac come il pupazzo che troviamo sui cornetti portafortuna napoletani. Non c’è nessuna scritta, nessun testo, nessun marchio. La mancanza del cilindro e il vuoto dentro fa pensare ad un flacone contenente un liquido, un bagnoschiuma forse? un profumo? Attraverso alcuni post su facebook ho coinvolto un bel po’ di persone nella ricerca. Dopo oltre un anno arriva una prima risposta. Un’amica si accorge su instagram di un post di un collezionista francese che vende un gobbo di plastica identico, di colore rosso fiammante, datandolo al 1960 e classificandolo come Soaky Bubble, cioè dei bagnoschiuma molto diffusi negli anni ’60 che potevano essere poi usati come giocattoli una volta vuoti. Sembra che il mistero si sia risolto ma… dopo il servizio al tg1 sul progetto Archeoplastica, una ragazza piemontese riconosce in tv quello strano personaggio poiché ne ha uno identico ma di colore giallo.
Mi scrive via mail e mi racconta che è stato vinto da sua madre, durante gli anni ’60, ad una festa di paese. Mi mostra alcune foto e mi fa notare che sotto al cilindro c’è una seconda copertura di plastica con una fessura, chiusa, che ricorda quella di un salvadanaio.
Le chiedo di inviarmi le foto del fondo e mi accorgo che il tappino sotto è molto particolare e mentre il mio è pieno di incrostazioni create da organismi marini il suo mostra una particolarità che mi fa pensare ad un fischietto. Le chiedo di provare a soffiarci. Il gobbo fischia! Ma sembrerebbe non essere esattamente quel tipo di pupazzo da premere per sentire il fischio perché la plastica non è morbidissima, è relativamente dura e il gobbo può deformarsi alla pressione. Forse una volta aperta la fessura sotto al cilindro occorre soffiare come se fosse un grande fischietto? Oppure potrebbe aver ragione il collezionista francese, poteva servire per fare le bolle in vasca da bagno come il classico soaky bubble. Ma qualcosa non convince ancora. Questo gobbo è un mistero. L’unica cosa certa è che dopo circa sessant’anni di viaggio tra mari e spiagge è ancora vivo e vegeto, perfettamente integro anche se un po’ ammaccato, a ricordarci che la plastica abbandonata nell’ambiente è immortale.